Apertura della Scuola Domenicale

6 ottobre 2019



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Domenica 6 ottobre 2019 abbiamo avuto l’apertura della Scuola Domenicale.
Il responsabile di quest’attività, il fratello Eduardo Molinari, è intervenuto per ribadire l’importanza della Scuola Domenicale, un’opera fondamentale per ogni bambino e adolescente.
La prima classe (bambini di età prescolare, 3-5 anni) e la seconda classe (bambini di 6-10 anni) hanno cantato due cantici: - il primo, “Benedirò l’Eterno in ogni tempo”, che dava importanza alla lode che spetta al Signore. - il secondo, invece, intitolato “Entra Gesù nel mio piccolo cuor”, ci insegnava che il Signore può compiere un’opera di salvezza in noi anche se siamo piccoli. Successivamente il gruppo dei giovani della nostra comunità ha presentato due inni: - il primo, “Dio è fedele fino alla fine”, era un incoraggiamento per quanti si trovano nelle avversità, per quanti si sentono soli perché essi hanno sempre una certezza: la fedeltà di Dio. - il secondo, “Io Ti offro me stesso”, esprimeva il desiderio di ogni persona che vuole dare il suo cuore a Dio donandoGli ogni parte di sé.
Il pastore Marco Vario ha portato il messaggio della Parola del Signore leggendo il passo che si trova in II Re 5:1-19. Il messaggio si soffermava su una giovane ragazza del popolo d’Israele che, fatta prigioniera, era passata al servizio della moglie di Naaman, capo dell’esercito della Siria. Naaman aveva la lebbra, ma la giovane gli suggerì di andare da Eliseo, uomo di Dio, che sicuramente avrebbe potuto guarirlo.
Possiamo essere piccoli, ma avere grandi qualità spirituali! Le caratteristiche di questa testimonianza di fede, resa con semplicità e franchezza, tra l’altro in un ambiente difficile, sono di grande incoraggiamento per tutti noi:
Che forza dà l’attaccamento al Signore e alla Sua Parola! Strappata alla sua casa, ed ai suoi affetti, e trasportata contro la sua volontà, nel paese dei Siri da una banda di predoni, lontano dai suoi familiari, nella solitudine e forse nella tristezza, la fanciulla non si fece sfuggire l’occasione di testimoniare dell’Iddio di Israele. La bambina era sicuramente stata educata da genitori credenti e temeva Dio come pochi a quel tempo.
Siamo genitori responsabili… L’eco delle parole ”Insegna al ragazzo la condotta che deve tenere; anche quando sarà vecchio non se ne allontanerà” (Proverbi 22:6), è forte e chiaro nel retroscena della storia e così dovrebbe essere oggi per noi genitori credenti. Ringraziamo Dio per la SD. Quale amore riempie il cuore misericordioso della ragazza: ”Oh se il mio signore potesse… guarire”. Nessun rancore, odio verso l’uomo di cui era schiava. Non erano parte del suo popolo, ma lei non era arrabbiata con loro.
Manifestare coraggio. Parlare di Samaria, del profeta e della religione israelitica in un paese straniero richiedeva indubbiamente coraggio. Il coraggio è “forza, efficacia, capacità”: “Poiché Iddio ci ha dato uno spirito non di timidità, ma di forza e d’amore e di correzione” (2 Timoteo 1:7). È una qualità spirituale che si acquisita conoscendo il Signore Gesù: “Or essi, veduta la franchezza di Pietro e di Giovanni… riconoscevano che erano stati con Gesù” (Atti 4:31). Dio, non solo è l’Iddio di Abraamo, di Isacco, di Giacobbe ma anche il Dio di Enrico (e voi potete metterci il vostro nome). Se Dio ha operato nella nostra vita, non potremo fare a meno di raccontare le grandi cose che Egli ha fatto per noi.
La fede. La certezza della fanciulla era basata sulla presenza del profeta Eliseo. Lei credeva semplicemente che Eliseo avrebbe potuto liberare il suo padrone. La speranza del credenti nel rendere testimonianza dell’Evangelo è fondata sul Signore: “Andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo, insegnando loro d’osservar tutte quante le cose che v’ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente” (Matteo 28:19,20), Il “profeta… lo liberebbe dalla sua lebbra” (v.3). È da notare la convinzione della fanciulla in contrasto con l’opinione del re d’Israele (vv.5-7). La convinzione accompagna sempre la fede. E’ bello anche il contrasto che emerge tra un uomo così complicato come Naaman e la fanciulla: La fede non complica le cose, le crede, le semplifica e le vede finalmente risolte.
Concludendo ricordiamo che abbiamo come obiettivo di preparare i nostri figli ad un futuro che non ci appartiene e che tiene conto delle promesse di Dio che mai viene meno, anche in mezzo ad una generazione storta e perversa, oppure ci preoccupiamo solo del loro futuro terrestre? Vogliamo insegnare loro pensieri onorevoli, spingerli ad avere nel cuore gli stessi sentimenti manifesti in Cristo, che ci ha amato quando noi eravamo lontani da lui, ed immersi nei nostri peccati? Questo sarà il loro grande benefico, il più grande dono che possiamo fare loro. E Dio li userà quando, inconsapevolmente, si ritroveranno ad essere parte del grande disegno divino!




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